Giuseppina Nieddu - La Parola Poetica - AUDIO
La PAROLA POETICA sfida necessaria ed indispensabile in tempo di fame. Benvenuti, ben trovati e grazie a tutti, prima di tutti a Rita, instancabile organizzatrice dell’Associazione Frascati Poesia. Questo mio sesto intervento a” Quindici minuti” riprende e rilancia i miei precedenti incontri tenuti a partire dal 2014, e il cui tema di fondo è rimasto lo stesso. Il titolo “La Parola Poetica, sfida necessaria in tempo di fame” mi rimanda ad un mio recente verso che dichiara: ”La mia unica sfida è la fede nella Vita” e alla dichiarazione del poeta Pablo Neruda sulla Poesia: “ La poesia è un atto di pace-. La pace costituisce il poeta come la farina il pane” . Mi son sempre lasciata interpellare dalle parole. La Parola mi ha sempre attratto, pro-vocato, chiamato ad essere, come dice G. Caproni “come il minatore che dalla superficie, ( la propria autobiografia) scava, scava finché non trova un fondo che è comune a tutti gli uomini.” La definizione di Caproni e quella di Neruda parlano al mio cuore, hanno dato senso e profondità al mio nome e cognome ( Giuseppina Francesca Nieddu Farina) mi riportano alla casa dell’infanzia invasa di profumo, dove ogni quindici giorni assistevo al miracolo della trasformazione del pane che canta: la carta da musica, il pane carasau... Nell’Associazione Frascati Poesia, la Poesia è di casa. Da sempre se ne cura l’ascolto impegnato a fare Pace con noi stessi e ad amorizzare il mondo.” Nella mia esperienza di pratica quotidiana, andare verso il centro di noi stessi per darci pace e irradiarla,senza pretenderla nè farla pagare agli altri, significa imparare ad ascoltare il respiro per accoglierne i bisogni e superare il continuo rischio della distrazione e del giudizio che spesso si rivela un autogoal. I nostri incontri vogliono continuare ad essere, sopratutto in tempo di distanziamento sociale, essenzialmente amicali e politici. Come sempre vi invito all'ascolto ad occhi chiusi, per rivolgere meglio lo sguardo all' interno cercando di assumere una posizione comoda insieme alla verticalità della spina dorsale, sintonizzandoci con il respiro per darci almeno un po' il tempo di “arrivare qui, di stare qui ”. Praticare l'ascolto del respiro è una pratica semplice e allo stesso tempo molto difficile che richiede costanza e pazienza, mi / ci aiuta a cambiare sguardo e ad abitare poeticamente là dove sto... Da anni, in sintonia con l’Associazione ho condotto e conduco dei laboratori di poesia, nella Scuola Media ed Elementare di Frascati, Marino e Vermicino, dove l’ascolto del nostro respiro e dei versi di un grande poeta ci guidano e affinano la nostra capacità di ascoltare la forza della parola vibrante che risuona dentro di noi e ci consente di sperimentare il monito delfico “Conosci te stesso” . Questo spazio di ascolto in cui, lavorando insieme, possiamo ascoltare ed essere ascoltati, contattare idee e sentimenti senza paura di essere giudicati, offre e consente pian piano una vera e propria ri-creazione interiore, una autentica trasformazione Il laboratorio di Poesia , specie quello con i bambini delle prime classi elementari, mi appassiona forse perchè spero che l’ esperienza del Laboratorio accompagnerà me e questi bambini cosi’ fragili cosi’ permeabili, cosi’ profondi a non smarrire, il senso vero dell’ esistenza dentro il mondo della tecnica e del mercato. So che insieme a loro, in semplicità riscopro, una inedita forza interiore che generando versi risonanti e condivisi ci lascia aperti e in dialogo con sguardi altri, ampi. Con questa speranza invito anche voi a condividere il verso che avete scelto e riconosciuto come cibo per la vostra anima che chiede di essere nutrita con parole respirate, anche e sopratutto in tempo di fame e di tempesta. I versi che mi hanno chiamato, quasi folgorato, fin dalla scuola media e che continuano ad accompagnarmi, anche nei laboratori coi bambini, sono quelli del discorso di Ulisse ai suoi compagni nel XXVI Canto dell’Inferno: “Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” e quelli del poeta mistico persiano Yalal-Al-Din-Rumi (1207-1273): Anche se non hai piedi/ scegli di viaggiare in te stesso/ come miniera di rubini sii aperto all’influsso dei raggi del sole./ O uomo !Viaggia da te stesso in te stesso,/ che da simile viaggio/ la terra diventa purissimo oro. Ora condividiamo l’oro dei versi che avete scelto e che continuano a nutrire la vostra anima e qui mi metto in ascolto e mi taccio Chi è il poeta? Niente e nessuno se non uno che prima di tutto si mette in ascolto e si pone delle domande che lo mettono umilmente a nudo ogni giorno come se fosse il primo, come se fosse il solo, come se fosse l'unico perchè sperimenta che ogni evento accade per la prima volta e che la Parola respirata e ispirata salda in eterno, qui ed ora. attimi e millenni. In tempi in cui la parola è manipolata, banalizzata, strumentalizzata, violentata, consumata e slavata urge ri-scoprirne la dimensione etico- poetica, consapevoli che la parola è cio’ che fa di noi degli esseri umani. Ci permette di dire “noi”, di vivere insieme nella Polis e di custodire la testimonianza vissuta da Etty Hillesum ad Auschwitz: “A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi” Come sostiene Hanna Arendt “è il linguaggio che fa dell’uomo un essere politico” L’uomo è il solo animale parlante, la parola è prima della comunicazione. Quando la parola si corrompe e viene svuotata di senso si corrompono le relazioni e viene minata la fiducia . La difesa dell’umanità passa attraverso la difesa della parola, elemento che rende umano l’uomo e che gli consente di sviluppare e curare rapporti di prossimità. L’uomo di parola, che osa una parola limpida, sa il prezzo alto della parola veritiera che può diventare martirio della parola, come Socrate e Gesù che non hanno scritto nulla ma ne hanno mostrato la potenza e la forza straordinaria che rende colui che parla un essere responsabile delle sue parole . Solo la Poesia sa trovare parole nuove per cantare e raccontare l’Amore Si, il linguaggio poetico è come la lingua Materna è la casa parlante da dentro e che portiamo nel mondo. Ci offre una stanza rifugio-riparo anche nella tempesta. E’la lingua del cuore , delle emozioni e degli affetti, innerva i nostri ricordi e passando attaverso la porta dell’ascolto profondo, ci permette di raggiungere il cuore, di ascoltare e meditare il Mistero del Silenzio che abita al fondo di noi stessi. Come matrice e lievito si fa pane poesia preghiera che nutre e ritrova il senso del nostro errare. Il nostro più profondo desiderio è di fare della quotidianità della poesia un atto continuo di Pace che ci renda, qui ed ora , cansapevoli di essere eterni pellegrini costruttori di Pace. La Parola e la Pace nascono prima di noi, sono i messaggeri del Sogno divino, sotteso nell’Umanità della Terra. Scrive il Profeta Isaia:“ forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.” La Pace non è solo assenza di guerra: va coltivata come un fiore e non c’è pace se c’é vendita e costruzione di armi che in diversi paesi, vengono distribuite anche ai bambini-soldato insieme ad alte dosi di droga per farli diventare insensibili più che forti e coraggiosi. Scrive Emily Dickinson I, LXXIII(739): Molte volte pensai giunta la pace/ quando la pace era lontana; / cosi’ i naufraghi credono di vedere la terra/ nel centro del mare,// e indeboliti lottano, soltanto per scoprire, / come me disperati, /quante rive fittizie / vengono prima del porto.// Il linguaggio poetico è sovversivo, rivoluzionario, evoluzionario. Nella crisi sa leggere e cogliere nello squilibrio e al di là del dissesto un passo avanti per entrare nelle relazioni tra persone, popoli ed umanità, terra e risorse naturali, in un altro modo che realizzi il Sogno. Per essere costruttori di Pace occorre prendere coscienza che la coscienza cosmica, in continua evoluzione è una. Finchè non ci diamo Pace, continueremo nell’illusione di poter difendere meglio solo il nostro paese. I dati non sono numeri disgiunti dalle persone. Nel 2019 sono stati spesi 19 miliardi in più per gli armamenti, miliardi sotratti alla Sanità e alla Cultura. Costruire armi significa venderle agli altri paesi e alimentare cultura di morte e illegalità. Davvero occorre svegliarci per cambiare le nostre relazioni negli spazi quotidiani, a partire da quella con noi stessi imparando a saper coltivare il Silenzio. Il Silenzio parla e si incarna come parola attiva e creatrice anche dentro il deserto e l’esilio e i poeti di tutti i tempi, conosciuti o sconosciuti “sono i misconosciuti legislatori del mondo” (P.B.Shelley) Come scrive Aristotele, compito del poeta è di dire non le cose accadute ma quelle che potrebbero accadere. La poesia tratta dell’universale, la storia del particolare. Ogni quartiere dovrebbe avere un comitato per la Pace, un luogo dove esercitarsi nell’arte del Silenzio, e dell’ascolto per imparare a fare Pace. Come dentro un laboratorio poetico, urge imparare a lavorare insieme e a studiare con testi di altre lingue e culture per assumere uno sguardo cosmico, contempl-attivo che si prende cura della Polis a partire dalle periferie e dalle povertà che albergano in ogni essere umano. Cito ancora PABLO NERUDA cantore della passione intima e civile, nella sua Ode per la PACE. Rivolgendosi a tutte le cose fa un’ invocazione interessante: Sia pace per le aurore che verranno / Pace per il ponte, pace per il vino / Per le parole che mi frugano / più dentro e che dal mio sangue risalgono / legando terra e amori con l’antico / canto; e sia pace per le città all’alba / quando si sveglia il pane, pace al fiume // pace al libro come sigillo d’aria, /e pace per le ceneri di questi morti / pace per il fornaio e i suoi amori / pace per la farina / pace per tutto il grano che deve nascere / pace per ogni amore che cerca schermi di foglie / pace per tutti i vivi / pace per tutte le terre e per le acque. // E ora qui vi saluto/ torno alla mia casa, ai miei sogni, / ritorno nella Patagonia, dove / il vento fa vibrare / le stalle e spruzza ghiaccio l’oceano./ Non sono che un poeta e vi amo tutti, / e vago per il mondo che amo. // Ma io amo anche le radici / del mio piccolo gelido paese./ Se dovessi morire mille volte, / io là vorrei morire/ Io non voglio che il sangue / torni a zuppare il pane/ Io qui non vengo a risolvere nulla. // Sono venuto solo per cantare / e per farti cantare con me.// La Poesia e’ il GrandeViaggio verso l’infinito del nostro desiderio piu’ profondo. Ci consentirà di riscrivere la nostra Storia che è stata fatta troppo al maschile . La Poesia come la Pace è Donna, è finestra di dialogo, con la Madre terra e con il cielo. Urge abbandonare la mentalità di guerra e far memoria che nel cammino della Pace c’è molto bisogno delle donne e della forza creatrice dello Spirito che continui a suscitare Poesia e Canto, imprescindibili e sempre nuovi compagni di uomini e donne costruttori di Pace che si riconoscono consapevolmente diversi come fratelli e sorelle, per godere, anche dentro la fragilità il tempo che ci è dato di vivere. Cantare nel buio all’aurora che viene per inaugurare ogni giorno la politica della Luce e fare della Polis un amorizzato villaggio globale pacificato, è forse il più alto impegno divinamente umano per cui valga la pena Vivere fino all’ultimo Respiro. BIVACCO La mia anima nomade / si scalda attorno al bivacco / acceso è il fuoco/ davanti alla tenda / piena di amici viandanti / che a piedi incrociati / cantano nel buio / canzoni d’amore.// ((Giuseppina Nieddu )2005 Continuiamo a Respirare con i versi di Mary Oliver (Ohio-Usa1935-Florida 2019) DICHIARA PACE Dichiara pace con il tuo respiro. Inspira uomini d'arme e d'attrito, espira edifici interi e stormi di merli dalle ali rosse. Inspira terroristi ed espira bambini che dormono e campi appena falciati. Inspira confusione ed espira alberi di acero. Inspira quanto è caduto ed espira amicizie di tutta una vita ancora intatte. Dichiara pace con il tuo ascolto: quando senti sirene, prega ad alta voce. Ricorda quali sono i tuoi strumenti: semi di fiori, spilli da vestiti, fiumi puliti. ... Agisci come se l'armistizio fosse già arrivato. Non aspettare un altro minuto. Pay attention / Be astonished / tell about it.// ( Fai attenzione / stupisciti / raccontalo.) Concludo con la riflessione di Franco Arminio(Bisaccia Avellino 19-2-1960) C’è solo il respiro, forse ce n’è uno solo per tutti e per tutto. Spartirsi serenamente questo respiro è l’arte della vita. La faccenda è teologica. Abbiamo bisogno di politica e di economia, ma ci vuole una politica e un’economia del sacro. Ci vuole la poesia…. Non so quando è accaduto il massacro di ciò che è lieve, lento, sacro, inerme. Adesso per tornare a casa, per tornare assieme nella casa del mondo,non serve la rabbia, non serve lo sgomento, basta sentire che ogni attimo è un testamento... Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.