La torre di Giada

Un posto fuori dal tempo, un luogo di pace, di tranquillità e felicità. Un luogo frequentato da persone speciali, da uomini estremamente saggi che hanno doni e capacità particolari. Un ambiente che può essere raggiunto solo da iniziati o da persone che sono pure di cuore. Un mondo dove non si conosce la sofferenza e l’ingiustizia. Un ambiente sovrastato da una torre mitica, che conserva immutabile il suo fascino segreto e che protegge il suo territorio quasi isolandolo dal resto del mondo. Una costruzione dove si può esprimere tutta la fantasia di cui è capace l'uomo quando è liberato dalle sue limitazioni mentali e relazionali. Sono molte le analogie del luogo in cui è ambientato questo libro con il mito di Shamballa e della Torre di Giada. Apollonio di Tiana, filosofo neopitagorico vissuto nel 1° secolo d.C., narra che nel suo pellegrinaggio per il mondo per un certo periodo si fermò e visse nel cuore di una specie di Eden dove hanno dimora tutti i Grandi Maestri ed Iniziati Una valle di grande bellezza attorniata da una corona di montagne innevate, inaccessibile ai viaggiatori senza una guida mistica o esperta. I monaci tibetani raccontano che il centro di Shamballa, la cui sua traduzione significa "luogo della felicità", è evidenziato dalla celebre Torre di Giada che, riscaldata da acqua calda proveniente da torrenti sotterranei, produce vapore che si propaga nell'atmosfera fino a formare una inversione di temperatura. Questo, oltre a produrre il calore necessario alla vita, rende invisibile il territorio sottostante con una elevata coltre nebbiosa. Una rielaborazione, se vogliamo, del sogno mai dimenticato del paradiso terrestre. Ma qual'é, dunque, il filo che lega tutte queste descrizioni, tutti questi posti che rimangono impressi, come desiderata, negli immaginari collettivi? La risposta non può che essere una sola: la fantasia. La vita è solamente un viaggio, un faticoso cammino attraverso i meandri, conosciuti o sconosciuti, che alternano il giorno alla notte. Un viaggio che, ad un certo punto, presenta sempre il momento di svolta, l'opportunità da non perdere, la via di passaggio verso il superamento delle difficoltà. Capita spesso che situazioni o occasioni particolari ci facciano percorrere, d'un sol colpo, tappe che prima non avevamo per¬corso, ci facciano capire o conoscere cose che prima non avevamo po¬tuto o voluto considerare. E allora quale strumento migliore della fantasia per affrontare il viaggio? Il potere dell'immaginazione oltre la realtà, la parola che vola nell'aria, hanno la capacità di evocare, spesso con poche descrizioni, immagini, sensazioni, emozioni che orientano, chi legge e condivide il messaggio, lungo la scala del sentire. Arrivano nel profondo, le fantasie, a condizione che siano leggibili e lette. Sconvolgono i percorsi, orientano i rapporti, chiariscono le nebbiose incertezze. Sono la massima espressione della relazionalità umana e universale. E allora lasciamoci assorbire dal vortice della fantasia, lasciamo che prevalgano solo i sogni e le immaginazioni più sorprendenti, ...e la vita ci sorprenderà con la sua bellezza. Valter Casagrande Nuove idee hanno necessità di spazio, mentre il corpo e l’anima hanno necessità di nuove opportunità. ( P. Coelho)

 

Il pensiero di Paulo Coelho rappresenta un’ introduzione perfettamente aderente alle novelle raccolte in questo testo, dove le idee hanno spaziato senza limitazione alcuna, ispirandosi alla fantasia come primo elemento, fino a sfiorare il surreale, per ritrovarsi ,poi ,nella sfera realistica da tutti conosciuta. Oscar Wilde sosteneva che la realtà è arte, qui in questo luogo meraviglioso e immaginabile, bene si sposano immaginazione, sogno e, ovviamente arte. Le storie scritte aspettavano d’essere raccontate, e hanno trovato posto nella creatività di chi ha voluto onorarle e non lasciarle senza parole. Si è pensato ad un personaggio più o meno corrispondente alla realtà, e gli abbiamo dato il coraggio e la voglia di esprimersi, per farsi conoscere e viaggiare con noi e con voi. Se volessimo giocare un po’ con la mente scopriremmo che l’aver quasi rasentato l’assurdo in ogni racconto, corrisponde perfettamente a tutto ciò che potrebbe accadere riportando gli argomenti toccati, sotto una forma non lontana ai giorni nostri. Le figure, collocate in un tempo indefinibile, trovano la loro casa ideale nei pensieri, nelle azioni e nelle finalità proposte per raggiungere lo scopo. Al termine di ogni storia, il lettore potrebbe pensare “ho viaggiato, ho sognato”. E’ bello far vagheggiare chi non lo fa mai; è difficile trovare un istante per riflettere, per sognare da soli o insieme ad un libro, ringraziando mentalmente l’autore, che per mano porta il lettore nel vento della liberazione interiore. Si vive la solitudine degli affanni quotidiani, e il tempo non è di certo amico in questo, scorre e trascina via come una foglia marcia l’esistenza, ma il compito di uno scrittore è esattamente quello che si prefigge, stornare gli avanzi del giorno, per dedicarli alla lettura e portare il lettore alla scoperta di mondi nuovi, far sentire il profumo d’un passato remoto che torna dentro le pagine e scende nell’anima a mo’ di consolazione. I personaggi descritti vogliono tenervi compagnia, accarezzare l’interiorità e farvi sorridere qualora fosse possibile e necessario. Il messaggio trasmesso diventa limpido proprio quando la sensibilità di chi legge si perde, come nel caso di questo testo, a seguire passo dopo passo le onde dei sentimenti, sentimenti spinti dall’autore a caccia di idee cercando , di dare nuove opportunità alla mente che, pacificata, si riverbera nel beneficio del corpo. Liberare i pensieri e lasciarli volare dentro la “Torre di giada” è un ottimo inizio per dare il “VIA” alla spensieratezza coesa alla curiosità. Il meccanismo funziona, torna il piacere del sogno che accarezza la pelle, e la surreale metafora nascosta dentro ogni narrazione. Quasi un gioco di parole, la motivazione che passa attraverso ogni individuo, sia esso uomo o donna, ma in questa irrealtà ritroviamo qualcosa che ci appartiene, o che quanto meno ci è appartenuta. Edgard Lee Masters nella descrizione dei suoi personaggi , appartenenti al testo poetico “Spoon River”, specificatamente parlando di un oculista, lo idealizza nel suggerimento di far provare diversi tipi di occhiali ai clienti. Ognuno, sin dal primo paio, vede grigiore, nebbia e fumo nero, l’ultimo paio diventa quello ottimale, perché attraverso quello si scorgono solo nubi rosa, prati verdi, colori vari, mai sfocati. L’oculista , soddisfatto , replica : …Faremo gli occhiali così. Buon viaggio fra i racconti indossando lo stesso tipo di occhiali. Questo l’augurio sincero, e la speranza di aver raggiunto il desiderio di leggere in questa versione i ventidue racconti, con le giuste lenti. Patrizia Pallotta

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